USA, censimento shock: la popolazione bianca è in forte riduzione. Crescono gli ispanici

Secondo un recente studio del Census Bureau, gli Stati Uniti stanno diventando sempre più «diversificati» ed «urbani», mentre «la popolazione bianca non ispanica è diminuita per la prima volta in assoluto».

Nel 2020, infatti, il numero delle persone che si identificano come “bianchi non di origine ispanica” è sceso di 5 milioni, attestandosi a 191,7 milioni di persone: un calo del 2,6%, causato soprattutto dalla diminuzione dei tassi di natalità tra le donne bianche rispetto alle donne ispaniche e asiatiche. La popolazione bianca, secondo l’Ufficio demografico americano, è quindi passata dal 63,7% del 2010 al 57,8% del 2020, raggiungendo la percentuale «più bassa mai registrata».

Nicholas Jones, funzionario del Census Bureau, ha pertanto dichiarato che «la popolazione degli Stati Uniti è molto più multirazziale e molto più diversificata dal punto di vista razziale ed etnico di quanto non lo fosse in passato».

Ma, nonostante ciò, i bianchi rappresentano ancora il gruppo etnico più diffuso, anche se la situazione sta lentamente cambiando e il futuro potrebbe apparire molto più drammatico.

In California, ad esempio, che è lo Stato più popoloso del paese (nonché la culla del progressismo e della tolleranza), gli ispanici sono divenuti il ​​gruppo etnico più diffuso, crescendo in dieci anni dal 37,6% al 39,4%, mentre la percentuale di bianchi è scesa dal 40,1% al 34,7%. Ma anche nel New Mexico, nelle isole Hawaii e nel Distretto di Columbia la popolazione bianca non rappresenta più il gruppo etnico dominante.

In trent’anni, gli ispanici sono praticamente raddoppiati, arrivando al 20%, dunque a 62,1 milioni di persone. Thomas Saenz, presidente del Fondo messicano per la difesa legale e l’educazione, ha infatti portato all’attenzione del pubblico i dati e le statistiche, le quali «dimostrano che la comunità latina è una parte enorme e crescente del futuro» della nazione americana.

Gli afroamericani, invece, sono stabili al 12,5%, con gli asiatici al 6% (negli anni Novanta erano la metà). Tuttavia, il numero di persone identificate come appartenenti a due o più razze è più che triplicato, passando da 9 milioni di persone nel 2010 a 33,8 milioni nel 2020. Oggi rappresentano il 10% della popolazione degli Stati Uniti.

Inoltre, non esiste più un gruppo etnico maggioritario per le persone di età inferiore ai 18 anni, poiché la percentuale di bianchi non ispanici appartenenti a questa fascia di età è calata negli ultimi dieci anni dal 53,5% al ​​47,3%.

«Gli unici gruppi di minorenni che stanno crescendo sono gli ispanici, gli asiatici e le persone di due o più razze», ha dichiarato William Frey, membro del Metropolitan Policy Program. «Molte di queste giovani minoranze sono importanti per la nostra crescita futura, e non solo per la popolazione infantile, ma per la nostra futura forza lavoro».

Pertanto, non resta che domandarci: l’etnia bianca è in pericolo? A cosa porterà questo melting pot sempre più estremo? Dobbiamo forse aspettarci i tempi profetizzati da Andrew Macdonald nel famigerato libro I diari di Turner?


Di Javier André Ziosi

3 commenti

  • Weltanschauung88

    Dal momento che la popolazione bianca in America non è più quella dominante fra i minori di 18 anni, fra qualche decina di anni i bianchi saranno una minoranza e gli Stati Uniti vivranno probabilmente una lunga guerra civile, proprio come viene descritto nei Diari di Turner. Alternative? Istituire politiche per incrementare la nascita dei bianchi, aiutare le famiglie bianche in difficoltà, affinché facciano figli.. Una soluzione è auspicabile.

  • Articolo che fa nascere un’amara tristezza in ogni uomo moralmente sano e amante della patria 😠 😠😠 L’estinzione dell’uomo bianco è prossima, se non facciamo qualcosa di concreto. E la sinistra è complice di tutto questo.

  • Il futuro fa paura….

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