«Non c’è pensiero senza azione». La rinascita dell’uomo europeo. Di Drieu La Rochelle

Considerato uno dei più affascinanti intellettuali del fascismo francese, Drieu La Rochelle volle col presente scritto (pubblicato nel 1940 col titolo ‘Notes pour comprendre le siecle’) mostrare finalmente l’essenza dell’uomo nuovo, le cui caratteristiche – in breve – dovevano edificarsi attorno a tre fondamentali assiomi di matrice fascista: sentimento, pensiero e azione. Buona lettura!

Un certo pensiero della fine del XIX e l’inizio del XX secolo aveva preparato per gli europei gli strumenti di una rinascita quale non si era mai più vista da molti secoli, di una rivoluzione così completa da compiere un angolo di 360 gradi. Era nato un uomo nuovo, che reagiva contro la vita cittadina, che dominava la città e la campagna, che restituiva all’anima e al corpo i valori della forza, del coraggio, della conquista, che voleva essere messo alla prova, avere tutte le esperienze, creare un’unità fra il sentimento, il pensiero e l’azione. Questo uso della ragione, al di là dei limiti del razionalismo e del romanticismo, doveva inevitabilmente sfociare nell’ordine politico per cercarvi la sua logica conclusione.

Fra la Russia, l’Italia e la Germania comparve quest’uomo che non si sperdeva nel dedalo delle vecchie dottrine del XIX secolo o che, volendo viverle nella loro essenza più autentica, le aveva frantumate conservandone solo gli elementi ancora utilizzabili. Quest’uomo rifece il cammino di Nietzsche. Prendendo le mosse dall’intellettualismo eccessivo dell’ultimo periodo, dopo un tuffo vertiginoso nei libri che avrebbe potuto essere fatale ma che invece lo temprò per tutta la vita, si scoprì infine nichilista davanti a una tabula rasa dove erano abolite tutte le categorie e le vecchie restrizioni di una ragione trasformatasi in pura ipocrisia. In un’epoca in cui le vecchie norme avevano completamente esaurito ogni efficacia, gli uomini più immorali diventavano logicamente i più morali.

Gli uomini del nuovo tempo, nell’Europa orientale o centrale o meridionale, si scoprirono abbandonati dalla ragione e dalla morale. Si gettarono nella giungla che cresceva sulle loro macerie, in mezzo alle quali erano nati; non riconobbero più che il mito della Vita, poiché sapevano molto bene che la passione ricostruisce sempre la ragione, in quanto deve necessariamente ordinarsi attorno ad una forza dominante, mortificare la maggior parte dei suoi desideri a vantaggio del principale e graduare gli strumenti e gli effetti. Ricreando la ragione, l’uomo d’azione ricrea la morale, che è un aspetto della ragione.

Così si videro uomini nati nel XIX secolo scuotersi di dosso la polvere delle meditazioni e delle dottrine. Il XIX secolo si era semplicemente stupito, aveva infine fantasticato e ragionato sulla nuova situazione creata dall’uomo con la scienza, l’industria, l’urbanesimo; il XX secolo doveva per forza dominare questa situazione. Si vide Mussolini sbarazzarsi in pochi anni del marxismo e dell’anarchismo; si vide Lenin adattare i temi talmudici di Marx ai bisogni un po’ sommari di un conquistatore tartaro; si vide Hitler non entrare nel marxismo, ma correre subito, più in fretta degli altri, verso una sintesi del socialismo e del nazionalismo. Queste due idee del XIX secolo furono equilibrate l’una con l’altra, diventarono qualcosa di diverso da ciò che erano originariamente, confondendo le loro personalità. E questo è diventato il sistema di vita del XX secolo.

È apparso infine l’uomo nuovo in tutta la sua evidenza sia in Germania che in Italia. In Russia ci appare invece mutilato e compromesso, poiché i barbari – che sono dei primitivi influenzati e corrotti dalla decadenza che li circonda – cercano, come cani senza padrone, il cibo nelle pattumiere e quindi devono digerire gli avanzi peggiori.

L’uomo nuovo parte dal corpo; egli sa che il corpo è l’articolazione dell’anima, la quale non può esprimersi, spiegarsi in tutta la sua ampiezza, trovare una base consistente se non nel corpo. Non c’è nulla di più spirituale che questo riconoscimento del corpo. L’anima, che cerca e chiede la salvezza, si salva ritrovandosi nel corpo. Niente è meno materialista di questo movimento. L’errore penoso dei nostri ultimi razionalisti, in cui si è rivelata la caduta, ossia l’imbastardimento del loro pseudo-umanesimo, è stato di gridare al materialismo di fronte ad una rivoluzione che, invece, salva e offre di nuovo le sorgenti e le basi dello spirito.

La gioventù europea, che ha riscoperto, attraverso la pratica – spesso un po’ forzata e ridotta, commerciale e spettacolare – dello sport, i ritmi elementari della respirazione umana e della giornata umana, non era materialista. Nelle sue file si formavano i peggiori nemici del materialismo – sia del materialismo dei capitalisti dell’altro ieri, sia del materialismo dei socialisti di ieri.

Cari signori della Borsa o del Parlamento, gli Scouts o i Wandervögel, che riscoprivano la marcia nel sole o nella pioggia, la notte allo scoperto, gli alberi, i ruscelli, il gioco e il coltello, non erano materialisti. Essi trascendevano la grande città, la fabbrica, il laboratorio, e preparavano nei corpi il vaso spirituale della collera contro la schiavitù di una scienza e di una industria ancora ferme alle prime forme di applicazione sociale dei loro prodotti o delle loro scoperte.

Nel corpo restituito a sé stesso, i valori dell’anima ricominciavano a circolare generosamente. Erano il coraggio, lo spirito di decisione e di creazione. Non c’è pensiero senza azione. Non si pensa se non nella misura in cui si trasforma il pensiero in azione, lo si mette alla prova, lo si adatta, gli si assicura una base più solida per salire ancora più in alto.

La gioventù europea, che aveva per lungo tempo pensato male, poiché le avevano tolto la metà del pensiero, stava ricostruendo il suo strumento, anzi, ricostruiva sé stessa.

Si stava formando una forza irresistibile, la sola vera forza che sia mai esistita, la vera forza dello spirito coraggioso in un corpo coraggioso; questa forza avrebbe avuto facilmente ragione di tutto un mondo di macerie e di residui.

Tutto ciò è avvenuto molto lontano dalla Francia e dall’Inghilterra, a due passi dall’Occidente invecchiato e sclerotizzato, a migliaia di leghe su un piano spirituale. Il distacco fra Roma, Mosca e Berlino da un lato, e Parigi e Londra dall’altro, si è fatto sempre più grande. Quando il nuovo pensiero entra nell’arena politica, l’Inghilterra e la Francia appaiono dapprima spettatrici passive e poi avversarie deboli.

Il movimento [fascista] si è sviluppato in un’Europa centrale che va da Roma a Berlino e il cui orizzonte è formato da un lato dalla Russia e dall’altro dagli Stati Uniti. Il mondo democratico e liberale dell’Occidente non è servito ad altro che a rendere più compatta questa nuova civiltà.

Drieu La Rochelle (data imprecisata)

Il fascismo e l’hitlerismo superano il socialismo e il nazionalismo, come annientano il capitalismo e il liberalismo. L’azione spezza questi sistemi separati, queste morfologie particolari: ciò non significa che non le analizzi e non ne riesprima gli elementi ancora utili. L’azione spezza le vecchie serie di idee, libera ogni idea e, nello stesso tempo, rompe e disperde i gruppi di uomini che mantenevano in vita quelle ideologie rigide.

Il totalitarismo offre la possibilità di una restaurazione fisica e spirituale dell’uomo del XX secolo, dell’uomo che esige la propria integrità e che l’impone nell’ambito delle condizioni sociali insufficienti che ha trovato.

Per rispettare il nuovo giovane operaio nel corpo, che è stato restaurato dallo sport, dall’allenamento atletico e militare, bisogna rispettare l’anima. Quindi è necessario riordinare il meccanismo del profitto capitalistico. In tal modo, lo sport e l’atletismo rendono concrete le preoccupazioni del socialismo. Ma il futurismo e il nietzschianesimo distruggono il socialismo astratto di Marx e sviluppano quindi il problema tenendo conto della realtà.

La condizione umana non soffre solo a causa del capitalismo, ma anche dal suo incontro con il nazionalismo. L’uomo viene stroncato e sfinito nelle fabbriche e negli uffici non solo dall’abuso del guadagno, ma anche dall’ingiusta ripartizione delle materie prime e del lavoro fra le varie nazioni. Qui il totalitarismo si scontra con il nazionalismo, ma – con la classica tecnica del superamento – si servirà del nazionalismo contro il nazionalismo.

Il popolo tedesco è di gran lungo il popolo più numeroso d’Europa, ed anche il più industriale; pertanto, soffre ancora più degli altri a causa delle cattive condizioni dell’Europa divisa da venti capitalismi nazionali. Il popolo tedesco, con un rude orgoglio proletario, assume la rivendicazione di questi venti popoli e quella dei popoli che sembrano a prima vista suoi rivali a causa della condizione apparentemente privilegiata in cui li aveva posti il sistema di Versailles e di Ginevra. Questi popoli, cioè la Francia e l’Inghilterra, avevano intuito nel 1918 la necessità di superare le strutture del capitalismo nazionale, ma non erano stati capaci di realizzare questo superamento. Ginevra morì per la sua timidezza e ipocrisia.

Tuttavia, il socialismo tedesco distrugge attraverso la guerra la struttura dei capitalismi nazionali. D’altronde, durante la rivoluzione, il suo concetto di nazionalismo si è ampliato in modo considerevole. Ciò avvenne per due motivi:

I) per il fatto che esso raduna tutti gli appartenenti alla nazione tedesca, costituisce una massa di 90milioni di uomini la cui statura rende inutile e debole la forza di tutti gli altri gruppi europei, fra i quali il più numeroso ha solo 45milioni di uomini e i meno numerosi 1milione o massimo 2milioni di abitanti;

II) per il fatto che il socialismo tedesco, basandosi sul razzismo, si fonda su un principio che gli permette di correggere lo squilibrio che crea e di ristabilire su una base valida lo sviluppo futuro della rivoluzione. In Europa, il razzismo è l’arianesimo. Ma tutti gli elementi etnici europei sono ariani, a differenza degli ebrei e dei meticci semiti o negroidi. Da questo punto di vista, il germanesimo non è altro che la punta più avanzata dell’europeismo.

Il raggruppamento totale dei tedeschi nel bel mezzo dell’Europa e la restaurazione della loro forza rivelano ciò che era già riconosciuto durante il Medioevo: l’esistenza, cioè, di una stirpe germanica al di sopra delle altre stirpi ariane dell’Europa.

Questa realtà è stata incarnata dapprima nel regno dei Franchi, che ha riunito i tedeschi della Gallia, della Germania e dell’Italia e che ha trovato il suo massimo splendore nell’Ottocento, con l’impero di Carlo Magno. Poi si è incarnata nel Sacro impero romano-germanico, la cui sovranità è stata accettata e supportata da tutta l’Europa cristiana fino al XIII secolo. Infine, si è incarnata per la terza volta nell’Europa monarchica e aristocratica dal XIII al XIX secolo, la quale rivelava – in tutte le sue dinastie e famiglie – la sua origine germanica. Capetingi e Borboni, nel tempo, sono stati spesso tentati di rivendicare il titolo di imperatori dei tedeschi come discendenti legittimi dei capi Franchi.

Con la duplice rivoluzione nazionale e socialista del popolo tedesco si giunge ad una duplice reintegrazione, quella dell’Europa ariana e cristiana e quella dell’Europa dei movimenti socialisti.

Manifesto del Partito Popolare Francese (1941)

La rivoluzione europea trascende le facili ricette dello sport e del corpo; trascende anche la stretta disciplina del militarismo. Nel militarismo si erano rifugiate alcune verità e consuetudini essenziali; ma erano state corrotte dall’intrusione di certi pregiudizi razionalisti.

Le antiche virtù dell’atleta e del cittadino armato della Grecia, del cavaliere cristiano dell’Europa medioevale si trovavano nell’ufficiale moderno, appiccicato ai fianchi dell’esercito democratico. Egli conservava uno stile sobrio e modesto, il senso della dedizione e una taciturnità monacale.

L’uomo nuovo ha riunito quelle virtù che da lungo tempo si erano gravemente divise e spesso contrapposte le une alle altre: lo stile dell’atleta e del monaco, del soldato e dell’attivista.

Un monaco o un santo è un atleta che trasferisce in un’altra sfera gli sforzi e i meriti dell’atleta o dell’eroe. Quindi non esistono atleti veri che non siano dei monaci. Il monaco e l’atleta, il santo e l’eroe si ritrovano nel soldato. Tutto ciò acquista un profondo significato umano a patto di non assumere la direzione ideologica dell’uomo impegnato politicamente. Ma ormai nessun uomo politico può dare una pienezza alla sua direzione terrestre se non la eleva a un’altezza metafisica. Tutto ciò sta attuandosi, nei limiti e nelle possibilità del nostro tempo, nel tipo dell’uomo fascista o hitleriano, che si realizza nella struttura del partito, dello Stato, del popolo totalitario.

Totalitario. Tutti i grandi movimenti della storia europea, la Chiesa, la massoneria, le monarchie, le aristocrazie, le democrazie, i movimenti puritani e giacobini, socialisti, comunisti o anarchici, hanno cercato di diventare e di essere totali.

La rivoluzione che sta avvenendo in Europa è totale perché è la rivoluzione dei corpi, la restaurazione dei valori nati dal corpo, legati al corpo, e nello stesso tempo è la rivoluzione dell’anima che si scopre di nuovo, ritrova tutti i suoi valori attraverso i valori del corpo. Coraggio, pazienza, sacrificio, forza, durezza, risoluzione, decisione: non sono forse le virtù del corpo come quelle dell’anima? Il corpo è lo strumento attraverso cui l’anima può diventare più grande, piò riconoscersi, cogliersi, realizzarsi.

In ultima istanza, noi non crediamo né al corpo né all’anima: né al corpo, che è semplicemente il sostegno dell’anima, né all’anima, che ha bisogno del corpo per personalizzare la sua esistenza; al di là delle categorie spirituali del corpo e dell’anima noi cogliamo l’essere


Di Drieu La Rochelle

3 commenti

  • Scritto profondo, non per tutti. Ma di grandissimo valore. Grazie.. 88

  • Grazie per aver reso pubblico uno scritto così importante, ma anche attuale. La Rochelle è sottovalutato, ma di grande spessore intellettuale e ideologico. Non a caso, oltre a contribuire con scritti e articoli alla lotta fascista, era anche un notevole scrittore, ancora oggi pubblicato dai grandi editori. Eroe.

  • Magico La Rochelle 💣

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