La connection “OMS-Tel Aviv”. Perché la politica sanitaria globale sarà decisa da Israele

Attraverso l’operato – spesso occulto – dell’ebraismo militante, lo Stato di Israele è divenuto padrone della politica sanitaria globale, stringendo profondi legami con l’OMS e coi Ministri della Salute di tutto l’Occidente

Dinanzi all’indifferenza dei media italiani, da sempre restii a parlare di quello che succede all’interno delle istituzioni sanitarie sovranazionali, dal 12 al 14 settembre si sono svolti a Tel Aviv gli incontri della 72ª sessione del ‘Comitato Regionale per l’Europa’ dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ai quali hanno partecipato i Ministri della Salute e gli esperti di salute pubblica dei cinquantatré Stati membri della regione europea dell’OMS, con l’obiettivo di «approvare le politiche, le attività e i piani finanziari» di tutto il continente.

La sessione, finanziata dallo Stato di Israele con circa 430.000 dollari, si è concentrata soprattutto «sulle aree sanitarie prioritarie che guideranno il lavoro dell’Ufficio regionale dell’OMS per l’Europa nei prossimi anni», tra cui: a) la responsabilizzazione attraverso la salute digitale; b) la promozione della salute mediante approfondimenti comportamentali e culturali; c) la risoluzione della mancanza di operatori sanitari; d) l’accessibilità ai farmaci a prezzi più moderati.

Come riporta il sito dell’OMS, sono stati anche «discussi e proposti diversi piani d’azione regionali per porre fine al cancro cervicale, ridurre il consumo di alcol e spingere per un’azione accelerata al fine di affrontare una volta per tutte la tubercolosi, l’HIV, l’epatite virale e le infezioni sessualmente trasmissibili». Il direttore dell’Ufficio regionale dell’OMS per l’Europa, Hans Henri Kluge, ha messo inoltre in chiaro che la pandemia di coronavirus «non è finita» e che, in molti paesi europei, «vi è la necessità di fornire e rafforzare l’assistenza sanitaria essenziale, rimanendo anche vigili e pronti per far fronte alle minacce sanitarie costantemente emergenti», come – ad esempio – il vaiolo delle scimmie e l’impatto sulla salute della guerra in Ucraina.

Tuttavia, sorge spontaneo chiedersi: per quale motivo l’Ufficio europeo dell’OMS, che ha sede a Copenaghen e non organizza incontri dall’inizio della pandemia di Covid-19, ha deciso di svolgere la sua 72ª sessione in Israele, ossia in un paese che, stando alla prassi geopolitica, dovrebbe fare parte della regione del Mediterraneo Orientale dell’OMS, ma che invece – a causa del suo comportamento ostile nei confronti delle nazioni musulmane – è stato inserito nella regione europea? Cosa si cela dietro questa “connection OMS-Tel Aviv“, di cui i giornali mainstream non hanno mai discusso?


L’OMS e il Kahal

In realtà, la decisione di svolgere la 72ª sessione del ‘Comitato Regionale per l’Europa’ dell’OMS in Israele non è stata presa a caso, ma risponde a precise disposizioni dettate dai vertici del potere ebraico-sionista (ossia dal Gran Sinedrio Ebraico, il Kahal, riemerso dall’ombra nel 2004), il cui scopo sarebbe quello di influenzare la politica sanitaria globale e rinvigorire – strumentalizzando la pandemia di Covid-19 – l’egemonia dello Stato di Israele nel mondo.

Poco dopo la comparsa del coronavirus, infatti, il rabbino Yoel Schwartz, capo della Corte Noachide del Gran Sinedrio, ha messo subito in chiaro che il Covid-19 non ha altro obiettivo che «realizzare il pentimento universale e il ritorno a Dio», e soltanto lo Stato di Israele, in quanto «nazione di sacerdoti», può «guidare il mondo in questo pentimento». Dopo di lui, a maggio 2022, è stato il rabbino Hillel Weis, membro ed ex portavoce del Gran Sinedrio, a criticare fortemente l’OMS per avere «infranto ogni fede che la gente aveva in loro», asserendo che «il luogo in cui le nazioni possono riunirsi» per decidere la politica sanitaria globale «è a Gerusalemme, non a Ginevra, e l’organismo per facilitare questo è il Sinedrio».

In seguito a tali pressioni, come sede della 72ª sessione del ‘Comitato Regionale per l’Europa’ dell’OMS è stata scelta – con buona pace di molti membri del Gran Sinedrio – la nota Room King Solomon dell’Hotel Hilton, a Tel Aviv, in Israele. Si tratta di una casualità, di una rara coincidenza, oppure anche l’OMS – come previsto – si è piegato stordito dinanzi ai sognagli di Sion?


Asse “OMS-Tel Aviv”

Contrariamente a quanto si possa pensare, la 72ª sessione del ‘Comitato Regionale per l’Europa’ dell’OMS, svoltasi a Tel Aviv dal 12 al 14 settembre, ha sancito a livello semi-ufficiale un’intesa fra l’OMS e l’ebraismo militante, i cui propositi convergono nello stesso obiettivo: guidare la politica sanitaria globale.

A tal proposito, il Ministro della Salute israeliano, Nitzan Horowitz, considerato negli ambienti religiosi «un vero angelo», ha dichiarato che la 72ª sessione del ‘Comitato Regionale per l’Europa’ dell’OMS rappresenta a tutti gli effetti «un’opportunità per continuare a rafforzare i nostri legami con il mondo, l’OMS e i paesi europei» e che Israele continuerà «le mosse» che lo hanno portato a divenire nel tempo «un fattore di primo piano nelle collaborazioni globali nel campo della salute».

Ma a dire le cose come stanno, svelando l’esistenza di un vero e proprio “asse OMS-Tel Aviv” completamente ignorato dai media internazionali, è stato il presidente israeliano Isac Herzog. «Israele si impegna a lavorare a stretto contatto con l’OMS in modo che l’umanità intera possa affrontare le numerose sfide che deve affrontare», ha dichiarato il presidente poco prima della 72ª sessione, annunciando inoltre che lo Stato di Israele sarà impegnato «con l’OMS per creare un centro all’avanguardia per la Salute digitale».

A conferma di ciò, il giornalista David Sidman – redattore di Israel 365 News ed ex agente delle forze speciali dell’IDF vicino al Gran Sinedrio – ha dichiarato che, durante la 72ª sessione di Tel Aviv, nella quale lo Stato di Israele ha stretto profondi legami con i Ministri della Salute di tutto l’Occidente, non si è discusso tanto sulle questioni legate al coronavirus e al miglioramento della salute in Europa (come dovrebbe essere di norma), ma piuttosto su come «dettare la politica sanitaria globale», la quale – come riporta Sidman – sarà guidata dallo Stato di Israele e dal nuovo Consiglio Esecutivo dell’Ufficio regionale dell’OMS per l’Europa, che – contrariamente a quanto si possa immaginare – è composto da un direttore e otto funzionari, cinque dei quali di origine ebraica (un’altra coincidenza?!). Stiamo parlando di: David Allen, Gundo Wiler, Gerald Rockenschaub, Gabrielle Jacob e Natasha Azzopardi-Muscat.


Danni post-sessione

Il 15 settembre, un giorno dopo la fine della 72ª sessione di Tel-Aviv, il Ministero della Salute Israeliano ha ordinato – spiega David Sidman – nuovi «vaccini contro il Covid-19 di seconda generazione», ideati appositamente «per prevenire le varianti», i quali sono stati ricevuti a fine settembre e somministrati a partire da ottobre, malgrado gli esperti abbiano ribadito che mancano ancora «i dati sull’efficacia nella vita reale». Una settimana dopo, il 22 settembre, Israele ha sentito inoltre il dovere di lanciare la (tanto discussa) «quinta campagna vaccinale», invitando le persone appartenenti a gruppi a rischio e gli over-65 a sottoporsi «immediatamente» alla vaccinazione.

«Se i migliori rabbini ti ordinano di fare il vaccino, devi farlo anche se ti paralizza», ha dichiarato a tal riguardo il rabbino Ayal Amrami, facendo eco alle parole di Chaim Kanievsky, considerato “il principe della Torah“, secondo il quale «dobbiamo tutti assumere il vaccino senza fare domande». Ma c’è chi si è spinto ancora più in là. Il sionista Nir Ben Artzi, ad esempio, definito «una puttana delle aziende farmaceutiche», ha dichiarato senza mezzi termini che bisogna «ascoltare solamente ciò che dice il Ministero della Salute», e nessun altro, nemmeno «i giudici». Infondo, «anche se [le istituzioni dell’OMS e del Ministero della Salute] non sono autorità religiose», da diverse settimane numerosi rabbini «si consultano» con esse su molte «questioni halachiche», ha spiegato il rabbino Moshe A. Halperin, esperto di etica sanitaria e capo dell’Istituto per la Tecnologia secondo la legge della Torah di Gerusalemme. Pertanto, «a questo punto, dobbiamo fidarci dell’OMS» – ha dichiarato Halperin – poiché esso rappresenta a tutti gli effetti «un livello di autorità riconosciuto», malgrado i suoi rappresentanti – ammette il rabbino – non siano certo «angeli o santi».

Ma le conseguenze della 72ª sessione si sono potute vedere soprattutto in Europa, dove la famigerata Agenzia Europea per i Medicinali – malgrado i numerosi rapporti di reazioni avverse dovute all’irresponsabile utilizzo dei vaccini anti-Covid – ha di recente concluso l’iter per l’approvazione della vaccinazione «nei bambini a partire dai 6 mesi di età». In Italia, invece, dinanzi all’apatia del popolo e delle stesse istituzioni che dovrebbero rappresentarlo e tutelarlo, a ottobre è stata lanciata la quinta campagna vaccinale per gli over-80, e già si vocifera su una presunta sesta dose, la quale – con la gioia delle aziende farmaceutiche – potrebbe essere approvata nel corso del primo semestre del 2023, se non prima.


Sanità halachica?

Per concludere, se in passato avevamo parlato di origini ebraiche della vaccinazione di massa, con l’instaurarsi del nuovo Consiglio Esecutivo dell’Ufficio regionale dell’OMS per l’Europa (a maggioranza ebraica) e lo svolgersi della 72ª sessione a Tel Aviv (che ha inaugurato una stretta partnership fra Israele e gli agenti dell’OMS) diviene opportuno chiedersi se, d’ora in avanti, non sarà la stessa politica sanitaria globale ad avere una matrice ebraica, o meglio “halachica“. Non è forse il Talmud ad ammettere esplicitamente che Israele, in una maniera o nell’altra, riuscirà ad assoggettare il mondo al volere di Yahweh e preparare finalmente l’era messianica?


Di Javier André Ziosi

2 commenti

  • L esposizione lucida e diretta dei fatti non lascia scampo a chi, fino ad ora, difendeva il Giudeo e la sua visione delle cose.
    Dal momento che Israele ha deciso di mettere le grinfie sulla Sanità, il Mondo non sarà mai più quello di prima. La Medicina halackica rappresenta il punto di non ritorno alla Vita, perché sappiamo benissimo che la Sanità sarà un ulteriore mezzo di dominio da parte del Giudeo.
    Il Giuramento di Ippocrate vale solo per I non ebrei, laddove gli ebrei possono fare ciò che vogliono.. per loro è tutto lecito perché si sono districati attraverso la NON VERITÀ.
    Ora, se il Mondo è rappresentato da questi signorotti, avidi di potere e denaro, la Società umana deve morire per rinascere. Non c’è altro modo.

    Tutto questo fa capire che dobbiamo inevitabilmente reagire ad un Sistema di potere che ha toccato anche l ultimo dei valori intoccabili.

    Resistiamo e lottiamo!

  • alessandro mucci

    grazie per le informazioni , molto illuminanti.

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