Studiare Shakespeare? No, è razzista! L’ultima follia del politicamente corretto

Negli Stati Uniti (e non solo), un numero sempre più crescente di professori si sta rifiutando di far studiare Shakespeare ai propri alunni. Motivo? Le opere del Bardo tenderebbero a promuovere «misoginia, razzismo, antisemitismo, omofobia e classismo». Si, avete capito bene.

Ad affermarlo è la School Library Journal, che ha ascoltato i pareri di diversi insegnanti di letteratura inglese, secondo i quali «è tempo che William Shakespeare venga messo da parte o perlomeno sminuito per fare spazio a voci più moderne, diverse e inclusive».

Ayanna Thompson, ad esempio, che è professoressa presso l’Arizona State University, nonché presidente della nota Shakespeare Association of America e direttrice dell’ACMRS, ha dichiarato che «William Shakespeare era uno strumento utilizzato per “civilizzare” i neri e i bruni nell’impero inglese. I primi curriculum di letteratura inglese furono costituiti come parte degli sforzi di colonizzazione degli inglesi nell’India imperiale, e le opere di Shakespeare erano al centro di tali curriculum».

Claire Bruncke, che fino all’anno scorso insegnava lingue in una scuola pubblica rurale nello Stato di Washington, ha invece escluso Shakespeare dal suo programma scolastico con il dichiarato intento di allontanare gli alunni dalla banale «narrazione di uomini bianchi, etero e cisgender». E l’eliminazione delle opere del Bardo, stando alle parole di Bruncke, si è rivelata davvero «utile» per i suoi studenti.

Anche Cameron Campos, professoressa di inglese alla Foothills Composite High School di Alberta, in Canada, ammette di essersi recentemente allontanata dal cosiddetto insegnamento “classico”. «I miei corsi», ha spiegato la professoressa, «utilizzano testi quasi interamente scritti da autori indigeni, ad eccezione di alcuni racconti classici canadesi e alcune opere di poeti contemporanei».

Ma non tutti gli insegnanti si sono apposti all’insegnamento delle opere di Shakespeare; alcuni – una ristretta minoranza – si ritengono orgogliosi di proporre ancora agli studenti le opere classiche di un personaggio del calibro del Bardo, e la loro dissociazione da ogni moderno tentativo di cancellare opere straordinarie come Amleto o Romeo e Giulietta è categorica, inamovibile. 


Di Javier André Ziosi


2 commenti

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