1944: UFO su Milano. La testimonianza di un reduce della Repubblica Sociale Italiana
La presente testimonianza, firmata in forma anonima da un reduce della Repubblica Sociale Italiana e pubblicata sulla rivista Candido nel 1968 (2-7 dicembre), concerne un avvenimento tanto misterioso quanto affascinante, ossia un avvistamento, da parte di un membro della Decima Mas, di un oggetto non identificato – analogo agli attuali UFO – nei cieli di Milano. Ciò sarebbe avvenuto nell’estate del 1944, durante l’ultimo anno della Seconda guerra mondiale, mentre le forze armate angloamericane stavano risalendo, non senza difficoltà, la penisola italiana. La redazione di Ardire, dopo un’attenta e prolungata valutazione, ha quindi optato per una sua pubblicazione integrale, con lo scopo di fare luce su un argomento forse ancora troppo ignorato e, soprattutto, mistificato, ossia l’ufologia.
Eravamo nell’estate del 1944. C’era la guerra. Bombardamenti, Italia spezzata in due, tedeschi in casa al nord, angloamericani in casa al sud, fascisti e partigiani. Un pomeriggio di quell’ottobre del 1944 mi trovavo a Milano, in corso Buenos Aires. Saranno state le 17. Era il tramonto, comunque. Un tramonto terso, limpido, come a volte capita nell’autunno milanese. Stavo comminando verso Porta Venezia, percorrendo il marciapiede di sinistra, secondo il senso di marcia. Quando avvenne il fatto potevo distare da Porta Venezia 100-150 metri.
Allora io avevo vent’anni. Militavo nelle file della Repubblica Sociale Italiana. Appartenevo, anzi, ad un reparto specialissmo della Decima Mas, i paracadutisti del Battaglione N.P., ed ero reduce da alcune missioni di spionaggio e sabotaggio nelle regioni italiane del sud già occupate dagli angloamericani. Dico questo non perché politicamente c’entri con quanto sto raccontando, ma per precisare un fatto fondamentale. Avevo vent’anni, ripeto, ero fisicamente – e lo sono ancora – sanissimo. Per entrare a far parte dei reparti speciali di cui ho parlato sopra avevo dovuto sottostare a controlli medici di ogni genere. Psichicamente e intellettualmente ero e sono a posto. Non soffrivo quindi di allucinazioni. Ai corsi speciali, inoltre, mi avevano insegnato a riconoscere a vista ogni tipo di arma, nostra o avversaria, con particolare riguardo agli aerei. Sapevo tutto: caratteristiche, velocità, armamento. Potevo riconoscere, anche perché ero dotato di una vista perfetta, qualunque tipo di velivolo, anche a distanze notevoli.
Stavo dunque camminando verso Porta Venezia. Non avevo fretta. Improvvisamente sentii attorno a me delle grida. Mi guardai attorno, portando istintivamente la mano alla pistola. Ma non si trattava di un attentato. La gente gridava e guardava in alto, poi scappava nei rifugi.
Guardai anch’io. E restai di sasso. Piazzata nel bel mezzo del cielo, ad una quota di 300 metri circa, sulla verticale di Piazzale Loreto, era ferma, immobile, lucente, una padella di rame; senza manico, naturalmente.
Ricordo bene che restai pietrificato sul marciapiede, mentre, attorno a me, quasi tutti scappavano verso i rifugi. Ricordo anche che suonarono le sirene d’allarme. Restai così affascinato a guardare quella padella in mezzo al cielo. Ho presente quegli istanti come se fosse oggi. Il cielo limpido, la gente che scappava e la mia mente che lavorava freneticamente per cercare una spiegazione: «Un’aereo non è… Un pallone di sbarramento, nemmeno… Un pallone sonda, meno ancora… Un’arma segreta tedesca… E che diavolo ci fa lassù, su Piazzale Loreto, un’arma segreta tedesca? Ma allora, buon Dio, che cosa è…?».
Poi, di colpo, il vuoto. Proprio così: la padella scomparve. Da ferma che era, si volatilizzò. Almeno così mi parve. Sta di fatto che, all’improvviso, non la vidi più.
Sbalordito, mi guardai attorno. Altri come me, con il naso per aria, sembravano instupidii. Poi qualcuno cominciò a uscire dai rifugi. Suonarono le sirene del cessato allarme. Lentamente il traffico riprese come prima.
Che cosa avevo visto? Che cosa avevamo visto? Non ero stato il solo, infatti, a osservare quel coso per aria. Eravamo stati centinaia, forse migliaia, compresi gli addetti alla difesa antiaerea, che avevano subito azionato le sirene. Non riuscii a darmi una risposta.
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